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Mons. Vescovo, desiderando assicurare vitalità ai Capitoli canonicali cittadini, ha nominato in data 15 giugno 2025 alcuni nuovi Canonici della Cattedrale e di Sant’Orso.
In considerazione dei principi di comunione e missione che regolano la nascita delle Unità parrocchiali, Mons. Vescovo ritiene utile che anche la vita e le attività dei due Capitoli della Cattedrale e di Sant’Orso siano tra loro coordinate. Per questo motivo, dopo aver consultato il Capitolo della Cattedrale e il Priore di Sant’Orso, ha deciso che i due Capitoli, pur rimanendo giuridicamente distinti, siano composti dagli stessi Sacerdoti.
Capitolo dei Canonici della Cattedrale di Santa Maria Assunta in Aosta e Capitolo dell’Insigne Collegiata dei Santi Pietro e Orso in Aosta
Brédy Can. Fabio – Prevosto della Cattedrale e Prefetto di Sacrestia
Titolo di San Bernardo di Aosta in Cattedrale (2007)
Titolo dell’Assunzione della B.V. Maria a Sant’Orso (2025)
Armellin Can. Aldo – Priore di Sant’Orso e Prefetto di Sacrestia
Titolo di Sant’Eusebio in Cattedrale (2025)
Titolo di Sant’Orso a Sant’Orso (2004)
Linty-Blanchet Can. Albino – Arcidiacono della Cattedrale
Titolo di Sant’Agostino in Cattedrale (2029)
Titolo di San Giovanni Ap. a Sant’Orso (2025)
Roux Can. Renato
Titolo di Sant’Ilario in Cattedrale (2012)
Titolo di San Bartolomeo a Sant’Orso (2025)
Papone Can. Paolo
Titolo di Sant’Anselmo in Cattedrale (2025)
Titolo di San Paolo a Sant’Orso (2025)
Albertinelli Can. Giuliano
Titolo di Santo Stefano in Cattedrale (2025)
Titolo di San Maurizio a Sant’Orso (2025)
Lanzini Can. Marcello
Titolo di San Giocondo in Cattedrale (2025)
Titolo di San Lorenzo a Sant’Orso (2025)
Canonico emerito della Cattedrale: Lévêque Can. Giuseppe
I compiti del Capitolo della Cattedrale
Quale è il compito di un Canonico della Cattedrale? Perché esiste un Capitolo della Cattedrale? Esiste per pregare, per accogliere, per essere segno della comunione della Chiesa locale. Il primo compito del Capitolo è quello della preghiera. Certo non è necessario essere Canonici della Cattedrale per pregare; ciò appartiene alla vita cristiana. I Canonici sono però chiamati come corpo, come collegio di Presbiteri a pregare insieme per la diocesi tutta, unendosi alla preghiera del Vescovo per la Chiesa che gli è affidata. E questo fanno quando, con il popolo che si riunisce in Cattedrale, celebrano la Liturgia delle Ore e la Santa Messa capitolare. In secondo luogo, compito dei Canonici è quello di accogliere. La Cattedrale è chiesa madre per tutta la diocesi e chiunque vi entra deve trovarsi a casa sua. La cura, le attenzioni per il decoro e l’apertura della Cattedrale, le celebrazioni che vi si vivono devono sempre dire questa accoglienza.
Ed essa è affidata in prima persona al Capitolo, coadiuvato evidentemente da altre persone, soprattutto dai parrocchiani della Cattedrale. Qui passano tanti fedeli, a partire dai ragazzi della Cresima delle nostre parrocchie e dai fedeli che vengono per celebrare il sacramento della Riconciliazione: tutti possano sempre trovare un sorriso, una buona parola di consiglio, la possibilità di raccogliersi in preghiera, la grazia del perdono di Dio. Infine il Capitolo è segno della comunione della Chiesa locale e, innanzitutto del suo Presbiterio. Il Concilio ci ricorda che ci sono momenti nei quali la comunione donata da Cristo alla Sua Chiesa diventa particolarmente visibile ed efficace. Il principale di questi momenti è quando il Vescovo presiede all’altare circondato dal suo Presbiterio e da tutto il Popolo santo. Ciò accade per noi in pienezza nella Messa crismale del giovedì santo o nella solennità di San Grato. Durante il resto dell’anno, nelle più importanti celebrazioni dell’Anno liturgico, ogni volta che il Vescovo presiede l’Eucaristia in Cattedrale, i Canonici che concelebrano con lui sono là a dire anche visivamente, oltre che con la loro fede ed il loro amore sacerdotale, la comunione di tutto il Presbiterio e di tutte le comunità della diocesi che stanno celebrando la medesima Eucaristia, l’unico mistero salvezza. La loro presenza non è dell’ordine della solennità esteriore, ma dell’ordine sacramentale della comunione.
(dall’omelia di Mons. Lovignana del 01/11/2012)